Deborah Napolitano, appartiene alla nuova leva degli sperimentatori alacri e di grande talento artistico.
Salernitana, classe 1973, si laurea a Napoli alla facoltà di Architettura.
Con spirito curioso e forte senso pratico, comincia la sperimentazione di materiali e tecniche propri del fare artigiano ma declinabili nelle varie forme dell’arte e del design.
A Milano frequenta il Master in disegno industriale della Domus Academy per poi dedicarsi alla progettazione di interni e spazi commerciali nel settore del lusso e della moda.
Concluso il periodo milanese, il ritorno a Salerno segna un fondamentale cambiamento nel modo di esternare la sua creatività.
Il foglio cede il passo alla materia, le forme sono plasmate e non disegnate, la scal passa dalla dimensione urbana alla dimensione umana e le visioni passano dall’architettura alla scultura.
Plasmare la materia e vestirne la superficie di espressività cromatica diviene il modo attraverso il quale Deborah comunica sé stessa.
Il territorio le fornisce la materia e la storia da assimilare e perpetuare, la ceramica – fatta di argilla ed i suoi smalti – diventa il foglio su cui imprimere le idee.
Dopo la partecipazione a varie collettive d’arte, organizza numeriosi eventi curando l’allestimento, la grafica e la selezione di artisti ed opere fino ad assumere nel marzo del 2015 la direzione artistica de La balconata furitana, progetto sperimentale di museo d’arte sacra contemporanea e galleria d’arte in costiera Amalfitana.
Nel giugno 2015 debutta con il gruppo “Venti d’Italia” ed il suo progetto di erranze sospese a cura del Prof. Pasquale Persico e nel collettivo “Bestiale” a cura del Prof. Giorgio Levi.
Nel dicembre 2015 fonda l’Associazione “Made in Salerno” che ha lo scopo di promuovere e divulgare l’opera di artisti, artigiani ed eccellenze del territorio salernitano nonché la valorizzazione e la continuazione della tradizione e della cultura delle arti visive di Salerno.
Le sue opere si ispirano all’essenzialità rigorosa della forma e della decorazione ceramica senza cedimenti eccedenti che ne fanno una ricerca artistica singolare ed unica.
Approda certamente a un suo stile personale che dalla perizia manuale la fa accedere all’arte, che affonda le radici nell’arcaico per riemergere nella contemporaneizzazione del passato, come mostrato nella recente personale “Naturalis Historia” presso la Fondazione Ebris, curata da Giovanna Sessa.
Con un gruppo di artisti salernitani, in un progetto che ha sede in America, esplora le potenzialità della scultura cinetica.
L’esperienza che farà con il ferro e con la scultura mobile riconferma la rigorosità e l’essenzialità delle sue forme derivanti dalla sua prolungata attività di designer e ceramista.